Preludio op.61 n.1
Toccata op. 61 n.2
Autore: Giuseppe MARTUCCI
Materia: Pianoforte - Strumenti a tastiera
(Rev. F. Perrino)
Edizioni:Curci

Il Preludio come gli altri due brani Toccata e Giga comprendenti l'op.61 è un omaggio all'antica forma classica rivissuto con sensibilità nuova e realizzato nell'ottica di un tecnicismo pianistico personale, aderente agli stimoli strumentali dell'epoca nella quale il compositore operava.

Sul tessuto del « moto perpetuo » delle semicrome affidate alla mano destra s'innesta il contro canto della sinistra che diviene alternativamente base armonica e melodia.

La parte destinata alla mano destra esige un assoluto « legato » ed una padronanza esecutiva singolare, in considerazione dell'andamento piuttosto rapido e della regolarità imposta dal disegno ritmico.

Tale sicurezza favorirà l'indipendenza della mano sinistra nei passaggi cantabili e procurerà quel fluttuare musicale sensibile ad ogni variazione creata dal tocco nell'esigenza espressiva della composizione.

Giuseppe Martucci scrisse il Preludio nell'agosto del 1883 a Pugliano Resina presso Napoli in un momento assai felice della sua creatività.
Le opere infatti appena precedenti l'op.61 e quelle che avrebbe conseguentemente realizzato in quegli anni segnano lo sviluppo e la netta definizione della sua personalità artistica.

Pubblicato per la prima volta nel 1884 dalla Casa Ricordi, fu poi riveduto da Alessandro Longo unitamente ad altri lavori pianistici del compositore capuano.

Nell'attuale edizione il revisore ha racchiuso fra parentesi quadre le indicazioni dinamiche non originali, dettate dalla propria visione interpretativa.
Alla misura della lettera a si consiglia il proseguo del graduale crescendo della sonorità, trasformando il « p » indicato dall'autore in « mf ».

Così alla misura della lettera b il «ff » va sostituito da un lievitare progressivo del suono fino all'improvvisa diminuzione all'apparire della ripresa. Alla misura della lettera c il revisore assegna alla mano sinistra la prima e la terza quartina di semicrome.

L'autore non ha dato indicazioni per il pedale tranne che per l'ultima misura; per le battute finali, dal disegno ritmico a terzine, si potrà anche applicare il pedale di risonanza come "vibrato"

Folco Perrino

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