Memorie
a cura di Olga Visentini
Le Memorie di Berlioz costituiscono un documento imprescindibile per chiunque sia interessato alla storia della musica francese ed europea del XIX secolo. Solo la conoscenza approfondita delle pagine di Berlioz permette di comprendere il fenomeno straordinario della musica a programma e dei suoi fraintendimenti otto e novecenteschi, al di là dello stereotipo che dà Berlioz per il prodotto unico, insieme a Liszt, del musicista romantico, che rispecchia nella propria opera la letteraria incertezza nel distinguere i confini tra arte e vita. Perfettamente chiari nella coscienza del musicista francese, quei confini si mostrano ben distinti nelle Memorie lì dove l'autore vuole tracciare un quadro della propria epoca e delle resistenze incontrate dalla propria opera, e volutamente appannati lì dove invece egli vuole dare di sé un'immagine corrispondente all'idea sublime dell'artista romantico. Compositore tra i più grandi dell'Ottocento, primo direttore d'orchestra nel senso moderno del termine, critico musicale e scrittore di notevole vena letteraria, come dimostra la grande godibilità della narrazione delle Memorie, Berlioz accentra su di sé un interesse sempre maggiore oggi che la musica a programma vive una parabola di ampia rivalutazione. 'Ts vont donc jouer ma musique": "Ora dunque suoneranno la mia musica". Sono le ultime parole di Berlioz, raccolte sulle labbra del morente da Ernest Reyer. Sono vere, sono false, nella commozione ha immaginato di udirle colui che le ha riferite? Il problema è di pari sostanza di quello sulla veridicità o meno delle Memorie. Che importa? Quelle parole dicono tutto, dicono di una vita d'artista, dei sentimenti dell'uomo, della sua opera, e di quel che i posteri ne faranno.

Olga Visentini insegna Storia della musica per la didattica musicale al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo ed è professore a contratto di Iconografia musicale e Iconografia teatrale all'Università Ca' Foscari di Venezia.

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